Nel 2019 inizia a girare un idea da parte di alcune celebrità su un ipotetico sviluppo del nuovo live AID basato su una raccolta fondi per la causa del cambiamento climatico e riscaldamento globale in prima fila per questo progetto c’è Brian May chitarrista dei Queen che ritiene necessario un festival come il noto live AID del 1985 e il meno fortunato live 8 del 2005.
Brian May ricorda come nel 1985 l’evento divenne un enorme successo per la causa della carestia etiope ricavando 250 milioni di dollari da oltre 150 Nazioni diverse, e dell’ impatto culturale che ebbe in tutto il panorama musicale e culturale
Data la notorietà di Greta Thunberg, che inizia in quel periodo a sensibilizzare le nuove generazioni decide di farsi portavoce di questa idea, usando la sua immagine già nota che dopo l’uscita nelle sale di Bohemian Rhapsody nel 2018 risale al picco, dichiara al Daily Mirror:
“Probabilmente toccherà alle nuove generazioni prendere questo toro per le corna, noi possiamo aiutare come possibile, ma penso che sia ciò che servirebbe in questo caso”
Molti musicisti esperti nel settore iniziano a prendere seriamente la questione, il web si riempie di dichiarazione nel merito, ipotizzando la partecipazione di artisti di fama mondiale partendo dai partecipanti dell’edizione del ’85 e arrivando ovviamente di nuovi artisti tra cui la proposta di Billie Eilish, di fatto questo doveva essere un Live AID in mano alle nuove generazioni.
A distanza di 35 anni i festival e gli eventi musicali si sono moltiplicati ma l’eredità lasciata dal Live AID del 1985 avrebbe potuto aiutare a diffondere l’importanza dell’appello in favore dei temi climatici, che attraverso i mezzi di oggi sarebbe stato ancora più diffuso.
Purtroppo rimase solo una buona idea mai portata a termine o ufficializzata dato lo scoppio dell’emergenza sanitaria, ma nel 2021 arriva un barlume di speranza dall’Irlanda dove in effetti la proposta fu lanciata anche dal ministero della cultura e dell’arte irlandese due anni dopo.
Secondo il ministro Catherine Martin sarebbe servito a festeggiare (quella che si credeva essere) la fine della pandemia, celebrando gli operatori sanitari e aiutando quindi anche gli artisti e le loro troupe dopo vari mesi fuori dal palco.
Nell’idea del ministro, accolta molto calorosamente, erano previste date europee on-line o se possibile live. Però nonostante tutti i buoni presupposti la pandemia anche se meno gravemente continuò e il progetto fu messo da parte.
Vedremo dunque mai una rinascita di quel fatidico concerto che fu per la musica il momento più unitario nella storia moderna? Per ora dovremmo ancora sfortunatamente attendere.