Dal ghetto di  Malmö ai successi internazionali

l’infanzia difficile

Zlatan Ibrahimović nasce nel 1981 nella città di Malmö in Svezia meridionale da una coppia di immigrati jugoslavi. Ai due anni di Zlatan i genitori si separano e il bambino viene affidato al padre con il quale vivrà un’infanzia difficile, lo stesso Ibrahimović racconterà la situazione famigliare che aveva vissuto in quegli anni con queste parole: “Era veramente un gran casino in casa. Mia sorella maggiore faceva uso di droghe, roba pesante e spesso intorno a lei c’erano personaggi loschi. A volte io e l’altra mia sorella Sanela trovavamo papà addormentato sul pavimento con lattine di birra ovunque. Non capivamo perché, eravamo piccoli e ingenui. Pensavamo che magari avesse freddo così lo coprivamo con degli asciugamani”.

La vita del ghetto

Il ghetto di  Rosengård a Malmö e la sua crudeltà irrompono nella vita del giovane campione, il ragazzo inizia a frequentare brutte compagnie e a compiere piccoli furti, molti di questi anche solo per assicurarsi di avere qualcosa da mettere sotto i denti, dato che il frigo di casa era sempre vuoto di cibo e colmo di “confezioni da 6 di Carlsberg” (marchio di birra tipicamente consumato nel nord Europa). In un’intervista Ibra racconterà: “Ho iniziato a rubare da piccolissimo. Fregavamo soprattutto biciclette. Aprivo i lucchetti come un vero maestro. Ogni tanto agivamo anche nei supermercati. Io e i miei amici riempivamo il piumino di cose e scappavamo”.

Il calcio e la salvezza

Il piccolo Zlatan si appassiona di calcio in tenerissima età, per lui il calcio è l’unica via per sfuggire all’atmosfera tesa di casa e il pallone diventa uno dei suoi amici più fedeli.  Il suo talento spicca fra i giovani della sua età e a breve entra a far parte della squadra del Balkan, aggregato alla formazione dei ragazzi di due anni più grandi di lui. Tra le sue prestazioni da bambino spicca quella nella partita contro il Vellinge quando, entrato nella ripresa sul risultato di 4-0 per la squadra avversaria, capovolge le sorti dell’incontro segnando gli 8 gol che fissano il risultato finale sull’8-5 per la sua squadra. La vera volta però inizia quando nel 1995, all’età di 13 anni, viene acquistato dalla squadra della sua città, il Malmö. Da quell’anno inizia la scalata che porterà Zlatan Ibrahimović ad essere riconosciuto come uno dei più grandi giocatori della storia del calcio.

Uno dei giocatori più vincenti di tutti i tempi

Le qualità tecniche e fisiche hanno consentito ad Ibra di scalare la vetta del calcio internazionale giocando con alcuni dei club più importanti del panorama internazionale e vincere 31 trofei in carriera. Le stagioni più prolifiche per lo svedese sono state:

Ajax (2001-2004)

  • 1 Coppa dei Paesi Bassi (2001-2002)
  • 1 Supercoppa Olandese (2002)

Inter (2006-2009)

  • 1 Supercoppa Italiana (2006)
  • 1 Supercoppa Italiana (2008)

Barcellona (2009-2010)

  • 1 Supercoppa Spagnola (2009)
  • 1 Supercoppa Spagnola (2010)
  • 1 Supercoppa UEFA (2009)
  • 1 Coppa del Mondo per Club (2009)

Milan (2010-2011)

  • 1 Supercoppa Italiana (2011)

Paris Saint-Germain (2012-2016)

  • 1 Coppa di Lega Francese (2013-2014)
  • 1 Coppa di Lega Francese (2014-2015)
  • 1 Coppa di Lega Francese (2015-2016)
  • 1 Coppa di Francia (2014-2015)
  • 1 Coppa di Francia (2015-2016)
  • 1 Supercoppa Francese (2013)
  • 1 Supercoppa Francese (2014)
  • 1 Supercoppa Francese (2015)

Manchester United (2016-2017)

  • 1 Community Shield (2016)
  • 1 Coppa di Lega Inglese (2016-2017)
  • 1 Europa League (2016-2017)

Successi individuali

Oltre alle numerose Coppe e ai campionati vinti con le rispettive squadre, l’attaccante svedese annovera fra i suoi successi anche numerosi premi individuali. Ibra infatti è stato candidato al FIFA World Player of the Year/The Best FIFA Men’s Player per ben 6 volte, sono 2 invece le presenze all’UEFA Best Player in Europe Award ed è stato candidato per 11 volte al Pallone d’oro FIFA. Zlatan ha vinto il Golden Foot nel 2012, il FIFA Puskás Award nel 2013 (grazie all’ultima delle quattro reti segnate contro l’Inghilterra il 14 novembre 2012), il titolo di sportivo svedese dell’anno per quattro volte (2008, 2010, 2013 e 2015) e il premio come calciatore svedese dell’anno in 12 occasioni (cosa che gli ha consentito di ottenere l’ennesimo record individuale).

Los Angeles Galaxy e “la fine”

L’infortunio a Manchester e la fine

Zlatan Ibrahimović, dopo il recupero record dall’infortunio riportato al Manchester Utd alla fine del 2017 per il quale i medici lo avevano dato per “spacciato” e “giocatore finito”, torna in campo e decide di continuare con il Manchester ma non sembra più lui. Pare che quell’episodio l’abbia condizionato e infatti decide di rescindere il contratto anticipatamente a Marzo del 2018. Sempre più convinto che la sua carriera stesse volgendo al termine, decide di andare a giocare nella Major League Soccer in USA e firma con il Los Angeles Galaxy.

La risurrezione

In un torneo meno competitivo come quello della Major League torna a divertirsi e a regalare al pubblico giocate fantastiche. In due anni al Galaxy Ibracadabra (questo è il soprannome che gli viene attribuito in quel periodo) colleziona 58 presenze e, in queste, segna 53 gol. Questa risurrezione calcistica consente a Zlatan di far parlare di sé sia dentro che fuori dal campo, diventando un vero e proprio personaggio mediatico. Nonostante in quegli anni non vinca trofei, ritrova la voglia di competere e inizia a sentirsi di nuovo vivo. Alla fine dell’ultimo anno con il Galaxy, Ibra prende una decisione: vuole tornare in Europa per dimostrare di essere ancora vivo. L’occasione arriva dalla squadra che ha amato di più, il Milan.

La nuova vita al Milan

“Mi sento a casa”

Dopo i successi in America Zlatan si sente rinato e vuole dimostrare che è ancora capace di fare la differenza scendendo in campo in Europa. In un’intervista Ibra racconterà: “Dopo l’America c’era anche la possibilità di smettere, ma Mino Raiola mi ha detto di tornare in Europa per dimostrare a tutti che potevo giocare ancora a grandi livelli. Ho chiesto quale fosse la squadra che più aveva bisogno di Zlatan, mi hanno detto il Milan. E quindi ho detto <<Chiama il Milan che arrivo>>”. Tornato in Italia lo svedese si trova di fronte ad una squadra piena di giovani inesperti capitanati da un allenatore che aveva appena preso in mano le redini dopo gli insuccessi perseguiti in quegli anni, ma Ibra accetta la sfida e decide di mettersi al servizio di Pioli per far tornare grande il Milan in Europa, All’intervista di benvenuto (o meglio di bentornato) Ibra sembra un pesce nell’acqua, conosce i nomi dei giornalisti, fa battute e abbraccia il dirigente Maldini come un fratello; alla domanda: “Se non l’hai fatto per soldi, perché hai deciso di tornare proprio al Milan?” Zlatan risponderà: “Sono tornato perché al Milan mi sento a casa, mi sento come se fossi sempre rimasto qui, anche mentre giocavo con altre squadre. Il Milan mi ha sempre trattato bene, la prima volta in cui ho messo piede a Milanello il sorriso non faceva parte del mio lavoro ma questo Club me l’ha restituito”.

I sorprendenti di Pioli

Nel nuovo Milan mister Pioli decide di schierare Ibra come prima punta di un modulo 4-2-3-1, sulle spalle del gigante svedese grava il peso di tutto l’attacco rossonero. L’attaccante, dopo 5 giorni dal suo debutto, segna il primo gol contro il Cagliari e, da quel momento, inizia la rinascita di una squadra che dalla vittoria delle 7 Coppe dei Campioni si ritrova al tappeto, ai piani bassi della classifica di serie A. Zlatan, cooperando attivamente con la dirigenza e mister Pioli, fa crescere passo dopo passo un gruppo di ragazzi che vede in lui un esempio da seguire, il leader perfetto. Ibra rimprovera i suoi compagni e chiede impegno e dedizione ad ognuno di loro, quando è in panchina scende in campo a dare indicazioni assieme a Pioli; in un intervista una giornalista gli chiederà: “Abbiamo visto a Roma che sei sceso in panchina e hai dato indicazioni per 45 minuti, oggi la stessa cosa: non è che stai pensando, in un prossimo futuro, di fare l’allenatore”, la risposta alla Ibra non si è fatta attendere: ” No, no sono presidente, allenatore e giocatore…faccio tutto insieme, però mi pagano solo come giocatore, questa è l’unica cosa negativa”. Dopo il primo anno dal ritorno dello svedese, il Milan ha scalato la classifica riuscendo ad infrangere numerosi record storici  e a tornare a competere ad alti livelli in Europa. Carlo Pellegatti definirà l’estrema coesione e i successi del nuovo Milan coniando un’espressione che rimarrà nella storia del club: “i sorprendenti di Pioli”.

Ibracadabra, l’uomo dei record

L’impatto dello svedese in maglia rossonera è determinante per la risalita in classifica del Milan, ma Ibra, sostenendo i magnifici di Pioli, consegue una lunga striscia di record che gli assicureranno un posto sicuro nell’olimpo degli Dei del calcio.

Stagione 2019-2020

 Il 9 febbraio, con la rete siglata nella gara persa contro l’Inter per 4-2, diventa il marcatore più vecchio di sempre nel derby di Milano all’età di 38 anni e 129 giorni, battendo il precedente record stabilito dal connazionale Nils Liedholm che risaliva al 26 marzo 1961. Il 15 luglio, nella gara casalinga vinta per 3-1 contro il Parma, raggiunge quota 100 partite con il Milan in tutte le competizioni. Sei giorni dopo, nella trasferta vinta contro il Sassuolo (1-2), realizza la sua prima doppietta da quando ha fatto ritorno al Milan. Il 29 luglio sigla due gol nella gara vinta per 4-1 contro la Sampdoria alla penultima giornata, diventando il primo giocatore a segnare 50 reti sia con il Milan che con l’Inter nella storia della Serie A a girone unico. Il 1º agosto, con la rete siglata ai danni del Cagliari nell’ultima partita di campionato, diventa il giocatore più vecchio ad aver segnato almeno 10 gol in una stagione di Serie A. I rossoneri concludono il campionato al 6º posto, con Ibrahimović autore di 11 gol in 20 partite in tutte le competizioni.

Stagione 2020-2021

Ibra, nonostante la veneranda età, decide di continuare la sfida e il 31 agosto 2020 rinnova ufficialmente il suo contratto con il Milan fino al 30 giugno 2021; lo stesso giorno annuncia anche il cambio di numero della maglia per la stagione 2020-2021, tornando ad indossare la numero 11, la stessa da lui avuta nella prima esperienza in maglia rossonera. Il debutto stagionale avviene in Europa League (prima volta con i rossoneri), nella gara vinta per 2-0 contro gli irlandesi dello Shamrock Rovers, che lo vede mettere a segno una delle due reti che hanno permesso al Milan di passare al terzo turno preliminare. Il 17 ottobre 2020, grazie ad una doppietta messa a segno in meno di cinque minuti, decide il derby di Milano, issandosi a 9 reti complessive nella stracittadina milanese e migliorando ulteriormente il proprio record di marcatore più anziano della storia del derby, portandolo a 39 anni e 14 giorni. Con la rete siglata contro il Verona l’8 novembre, diventa l’unico calciatore nella storia del Milan ad aver segnato per sette partite consecutive in Serie A. Il 22 novembre seguente, realizzando una doppietta nella vittoria per 3-1 in casa del Napoli, sale a 10 gol segnati nelle prime 6 presenze stagionali in campionato e diviene il giocatore più anziano a segnare almeno 10 gol nelle prime 8 giornate di Serie A. Durante la partita casalinga contro il Crotone del 7 febbraio 2021, segna il 500° e il 501° gol in carriera con le maglie dei club, divenendo il terzo calciatore di questo millennio a raggiungere tale traguardo. Con la rete segnata contro la Fiorentina, nella partita vinta 3-2 dai rossoneri il 21 marzo, diventa il calciatore più anziano ad aver realizzato 15 gol in una stagione di Serie A (39 anni e 169 giorni). Il 22 aprile estende il contratto con i rossoneri fino al giugno 2022. Nonostante la stagione sia stata tribolata dal punto di vista personale, tra svariati infortuni e la positività al COVID-19, con 15 reti in 19 presenze di campionato contribuisce significativamente a riportare il Milan in Champions League.

Stagione 2021-2022

Zlatan inizia la stagione 2021-2022 siglando, alla sua prima presenza, la rete del definitivo 2-0 contro la Lazio: con questa marcatura diventa il più anziano ad aver mai segnato in Serie A (39 anni e 344 giorni). Il 16 ottobre 2021, subentrando nel secondo tempo della sfida casalinga contro l’Hellas Verona (3-2), raggiunge le 100 presenze in Serie A con i rossoneri. In seguito alla rete realizzata al termine dell’incontro contro il Bologna disputatosi il 23 ottobre 2021, lo svedese raggiunge un ulteriore, significativo traguardo: è diventato il quarto calciatore nella storia della Serie A a realizzare una marcatura dopo aver raggiunto la soglia dei 40 anni (40 anni e 20 giorni). Poco più di una settimana dopo, il 31 ottobre, con il gol siglato contro la Roma su calcio di punizione taglia il traguardo delle 400 segnature nei campionati nazionali, di cui 150 in Serie A. Al rientro dalla sosta della Serie A per consentire le partite delle Nazionali, realizza due reti nella partita del 20 novembre 2021 contro la Fiorentina, divenendo il calciatore più anziano di sempre capace di realizzare una doppietta nel massimo campionato italiano, record precedentemente detenuto da Francesco Totti.

“Ovunque vada, la gente mi riconosce, mi chiama per nome, fanno il tifo per me. Ma ci sono dei nomi che nessuno si prende cura di ricordare, dei nomi per cui nessuno fa il tifo: sono quelli degli 805 milioni di persone che, oggi, soffrono la fame nel mondo. Ho tifosi che mi sostengono in tutto il mondo. D’ora in avanti, vorrei che questo sostegno andasse alle persone che soffrono la fame, perché sono loro i veri campioni.”

Zlatan Ibrahimović

“Più mi alleno e più sto bene. Lo dico a me stesso e agli altri: non mollare mai. Lo spiego in un altro modo: se non ti arrendi, vinci.”
          Zlatan Ibrahimović
“Ricorda, puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo.”
Zlatan Ibrahimović
Un pensiero su “Ibracadabra, 40 anni e non sentirli”

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