La nuova opera del maestro Hayao Miyazaki uscita nelle sale italiane l’1 gennaio di quest’anno ha gia’ riscontrato un grande successo, aggiudicandosi il titolo di film d’animazione con l’incasso maggiore di sempre nella penisola. Il dodicesimo lungometraggio dell’autore rappresenta un punto di svolta molto importante nella carriera del regista e fumettista giapponese; la pellicola e’ ricca di simbologie recercate provenienti della cultura giapponese e da quella occidentale. In un periodo in cui il cinema predilige la semplicita’e l’intrattenimento, Miyazaki propone un film oscuro che lascia spazio ad ampie interpretazioni, ove il regista vuole trasmettere agli spettatori piu’ attenti qualche riflessione sul suo percorso artistico e alcune indicazioni sull’epilogo dello stesso. L’opera e’ perfettamente in linea con la poetica che ha guidato Miyazaki nella realizzazione dei suoi prodotti precedenti: per quanto rimanga un film d’autore lo stesso risulta accessibile ad ogni fascia d’eta’, a variare e’ la percezione del messaggio proposto.

 

Cenni biografici

Hayao Miyazaki, classe 1941, e’ un regista, autore televisivo e fumettista nipponico, nato a Tokyo e fondatore di uno
degli studi di animazione giapponese di maggior fama: lo studio Ghibli. L’Accademy lo premio’ agli oscar per il suo film “La citta’ incantata” e lo condidarono molteplici volte nel corso delle edizioni.

E’ importantissima l’influenza del suo amico e mentore Isao Takahata, con cui fondo’ lo studio, passato a miglior vita nel 2018.

Miyazaki lavoro’ anche a una cospicua produzione fumettistica la cui opera piu’ famosa e’ “Nausicaa e la valle del vento”.

Col passare del tempo l’autore ha provato piu’ volte a ritirasi dalle scene, ma il suo bisogno creativo e un figlio che lui non ritiene all’altezza di succedergli lo hanno dissiaso dall’idea.

Il Ragazzo e l’Airone: l’opera conclusiva del maestro?


Il Ragazzo e l’Airone racconta il viaggio di Mahito, un ragazzino di 12 anni che si ritrova, dopo la morte della madre, a salvare la matrigna in un mondo fantastico. Il film e’ stato inizialmente annunciato con il titolo: “How do you live?”, percio’ gli spettatori si aspettavano che sarebbero state trattate le vicende dell’omonimo libro di Genzaburo Yoshino. Tuttavia il libro funge solo da guida per identificare la direnziona da intraprendere dal punto di vista artistico e narrativo.

Per comprendere a pieno il sottotesto del film e’ necessario conoscere la storia dell’autore. Miyazaki si trovo’ ad affrontare il lutto della madre all’eta’ di dodici anni. Pochi mesi dopo il padre dovette sposare la sorella di quest’ultima secondo la consuetudine giapponese di mantenere la fortuna in famiglia. Miyazaki crebbe con il padre perche’ la madre resto’ in ospedale per molto tempo dopo aver contratto la tubercolosi: e’ proprio in questo periodo che lesse “How do you live?”. Mahito rappresenterebbe quindi Miyazaki stesso.

Miyazaki e i quattro elementi

Egli lavoro’ per molto tempo nel settore dell’aviazione e nacque in lui la passione per gli aereoplani. In ogni sua pellicola e’ presente un elemento volante o una scena in cui e’ il volo ad essere protagonista.

In questo film per la prima volta il volo non e’ piu’ cosi’ centrale, persino creature volanti come i parrocchetti restano sempre ancorati al terreno e raramente utilizzano le proprie ali. Miyazaki da spazio ad altri elementi come l’acqua, il vento e soprattuto la terra. L’opera quindi cerca di distanziarsi dalle precedenti anche in questo.

Miyazaki ela sua ricerca di un erede artistico

Come gia accennato in precedenza Miyazaki ha provato piu’ volte ad andare in pensione, ma non e’ mai riuscito a trovare un degno erede. Il figlio Goro Miyazaki ha dichiarato di trovarsi quasi obbliagato a perseguire le orme del padre; inoltre si e’ dimostrato un autore cosi’ inetto, che il padre ha abbandonato la sala del suo film prima della conclusione. Il vecchio uomo che compare nell’ultimo terzo del film rappresenterebbe quindi il Miyazaki del presente che chiedebbe al se stesso di dodici anni di prendere una decisione riguardo il futuro del sui mondi fantastici, ossia le opere dell’autore. Il vecchio non riesce piu’ infatti a mantenere l’ordine nei suoi mondi e quindi necessita di un successore. Il Miyazaki dodicenne decide di abbandonare i mondi fantastici e il vecchio autore accetta finalmente l’assenza di un successore.

In piu’ il vecchio dichiara di aver ricevuto questo potere di creare mondi da una roccia magica, come Miyazaki stesso in molte interviste affermo’ di aver ricevuto il dono dell’arte da una divinita’, come un moderno Esiodo.

Questa ricerca senza fine di un erede ha portato il regista a considerare i mondi creati dallo stesso come un inferno vero e proprio. Cio’ viene reso chiaro dalla scritta sulla porta della torre che riprende i versi della divina commedia che descrivono la porta dell’inferno dantesco e dai molteplici relitti di navi sullo sfondo, simbologia utilizzata da Miyazaki gia’ in altri film come “Porco Rosso” in cui questi ultimi erano aerei.

 

Articolo a cura di Luca Favaretto e Federico Ferraro

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