Nonostante la sua iconicità e importanza, la formazione che tutti conoscono dei Beatles è durata per soli 8 anni, lasciando in eredità più di 200 canzoni tra cui alcuni pezzi che rimarranno nella storia come “Hey Jude”, Eleanor Rigby” o ancora “Let It be” e moltissime altre. Ma cosa causò la fine della band icona degli anni ’60?
Dal 1970, anno dello scioglimento della band, i quattro di Liverpool hanno cambiato la scena musicale per sempre ma, per capire bene, dobbiamo tornare a qualche anno prima, quando decisero di smettere con i tour.
La fine dei tour
Per gli aspiranti rockstar, avere migliaia di fan che urlano il loro nome sarebbe un sogno, ma la realtà per i Beatles era un inferno: nel mezzo della Beatlemania del 1966 le fan urlavano talmente forte durante i live che Ringo doveva seguire i movimenti delle spalle dei compagni per accompagnare i brani, ammettendo che molte performance furono dei fiaschi. Per questo motivo nello stesso anno la band vorrebbe cancellare i tour, ma Paul McCartney insiste, credendo che un musicista necessiti dei tour per mantenere la propria figura.
Rimane convinto di voler continuare con la musica live fino al 20 Agosto del 66, quando devono sostituire una data cancellata e il giorno seguente si ritrovano a suonare sotto la pioggia di Cincinnati, per poi fare 350 miglia per arrivare a St. Louis, dove anche lì li accoglie la pioggia. Questa esperienza estenuante è abbastanza per Paul, che si convince anche lui a chiudere il tour annunciandone la fine e facendo intendere che i Beatles non hanno in programma di farne in futuro.
Le sperimentazioni in studio
Questa decisione li porta a concentrarsi esclusivamente sulle sessioni in studio e sulla sperimentazione che questo garantisce, senza bisogno di pensare ad un eventuale esecuzione live. In ogni caso la chiusura dei tour avviene solo quattro anni prima del loro ufficiale scioglimento: nonostante Paul abbia ancora un debole per i live, i Beatles fermano i tour e questo innesca in John Lennon la volontà di abbandonare, poiché crede di non poter più conquistare il pubblico.
A tour concluso, i quattro si prendono un pausa di tre mesi. John è in Spagna, alle prese, come attore, del film pacifista “How I Won the War“, da settembre ad ottobre, e inizia a scrivere “Strawberry Fields Forever” che, anche se firmato Lennon-McCartney è principalmente ideata dal primo. Per la prima volta John scrive senza l’aiuto di Paul, ciò da inizio alle vie trasversali che prenderanno singolarmente come autori.
Nello stesso periodo incontra Yoko Ono ad una sua esibizione d’arte, i due iniziano a frequentarsi nonostante il matrimonio di lui con Cynthia Powell. A questo si aggiungono le prime sessions dopo l’uscita di “Revolver” nell’ agosto precedente, mentre Brian Epstein, storico manager del gruppo, informa la EMI che non prepareranno nulla per il mercato natalizio, cosa che alla stampa sembra un primo passo verso la fine della loro carriera.
Così, quando la notizia del ritorno in studio inizia a circolare, per i notiziari è da prima pagina. I Beatles iniziano dunque a creare “SGT Peppers and Lonely Heart Club Band” con l’idea di un novel concept album partorita da Paul. Paul inizia a voler dare una nuova immagine alla band e dichiara
“ho pensato che non dovessimo essere noi stessi, tutto nell’album sarà immaginato dalla prospettiva di queste persone (Lonely Hearts Club Band), perciò non c’è bisogno di mostrare un insieme di canzoni che noi scriveremmo, ma piuttosto quello che loro potrebbero voler scrivere”
ma questa idea non viene apprezzata appieno dagli altri tre, che troveranno le sessions molto stressanti nonostante finalmente i testi vengono partoriti dall’ aiuto reciproco dei quattro.
John inizia a pensare seriamente di lasciare la band e George Harrison dichiarerà che quel disco fu quasi tutto prodotto sotto la direzione di Paul, che smuove il processo artistico con la sovraincisione di varie piccole parti rendendo il tutto più meccanico e meno spontaneo e a detta sua, noioso.
Harrison, dopo SGT Peppers, inizia a percepire le registrazioni come un lavoro e non più come uno stimolo, perdendo col tempo sempre più interesse nella band.
Nonostante il distacco artistico individuale di alcuni membri, “SGT Peppers and Lonely Hearts Club Band” è numero 1 nelle classiche per 27 settimane consecutive in UK e 15 negli USA.
Malgrado l’enorme successo e l’iconicità del disco, però, qualcosa si è spezzato: John e George già contemplano la fine della band e Ringo è stufo di essere messo da parte, mentre Paul è sempre più fiducioso nelle sue capacità. A mettere ulteriore stress alla band è la morte di Epstein nell’ agosto del 67 loro storico manager sin dai primi album.
Nel febbraio del ’68 i Beatles si ritirano a Rishikesh, in India, per studiare la meditazione trascendentale, e al ritorno John è ormai stufo della sua situazione personale e divorzia da Cynthia, iniziando una relazione seria con Yoko Ono.
Ospiti inattesi
Nonostante si punti il dito contro Yoko Ono come causa dello scioglimento dei Beatles, come abbiamo visto i presupposti erano già interni alla band; ma la sua costante presenza in studio non aiutò la situazione.
I Beatles raramente permettevano l’ingresso degli ospiti in studio, se non degli addetti al suono, ma nel ’68, mentre lavorano al “White Album”, Yoko è seduta sul pavimento dello studio e parla con John a bassa voce seguendolo ovunque vada; per tutti sorpassa il limite quando dà un consiglio a John su un vocalizzo, facendo infuriare Paul.
E’ John che vuole che lei sia lì e le chiede di venire con loro in studio, cosa che a Yoko non interessa particolarmente. Per John è logico che lei faccia parte nel gruppo, e che gli altri debbano accettarlo, dato che è stato lui a fondarlo.
L’abuso di eroina da parte della coppia non aiuta John nella scrittura dei testi, e a prendere la guida per il White Album è Harrison, che al punto di portare in studio Eric Clapton per le registrazioni di “While My Guitar Gently Weeps”.
Emerick, loro ingegnere del suono, si rifiuta di lavorare con i quattro per l’aria pesante in studio e a questo si aggiunge la volontà di Ringo di mollare la band; non percepisce più la voglia né sua né degli altri di suonare insieme; quando ne parla con John, lui ammette di provare lo stesso, ma, mentre Ringo è in vacanza, gli manda un telegramma in cui lo invita a tornare a nome di tutti, definendolo il più grande batterista rock del mondo. Ciò dimostra la fratellanza dei quattro nonostante i dissidi. Ma non sarebbe durata per tanto.
Il Fallimento Finanziario
Nel 1968 i Beatles lanciano la loro nuova etichetta discografica Apple Records e, dopo varie problematiche, tra Yoko e George l’ultimo inizia un litigio con John, arrivando forse ad una rissa tra i due. George decide quindi di mollare ed esce dagli studi, irato con John che di ripicca risponderà che non sarebbe stato difficile sostituirlo con Clapton.
Non ci vuole molto a riconciliarsi e per le riprese del film Let It Be, – poi divenuto Get Back nel 2021- possiamo vederli insieme nel famosissimo ultimo concerto sul tetto degli Apple studios, concerto che rimarrà nella storia della musica.
La Apple però sta andando male al punto di far licenziare un contabile. In quel momento i Beatles si accorgono di avere bisogno di un nuovo manager poiché loro non sono adatti alla gestione dei soldi. Paul decide quindi di dare la gestione alla famiglia della moglie, data la loro carriera come avvocati specializzati nelle rappresentazioni di artisti a New York, ma gli altri tre non sono d’accordo e decidono di assumere Alan Klein, nonostante questi gli sia sconsigliato da Mick Jagger, leader dei Rolling Stones. Klein accetta subito l’occasione con i quattro e sfrutta un incontro con Yoko e John per mostrare quanto bene conosca il loro catalogo, convincendo i due che riescono a persuadere George e Ringo.
I Beatles, dopo la morte di Epstein, iniziano a perdere i diritti su brani sempre più numerosi, così sono quasi costretti a prendere Klein che pare l’unica opzione ragionevole per la maggioranza. Ma Paul rifiuterà di firmare i contratti, cosa che diverrà una buona mossa in futuro.
Il punto di rottura
Dopo la pubblicazione di Abbey Road, nel settembre del ’69, hanno progetti sempre più isolati tra loro e quando Paul ripropone di tornare in tour, John annuncia l’abbandono della band e per ragioni di marketing la notizia rimane privata.
Ora, mentre tutte le attenzioni di John sono su Yoko, Paul cade in depressione, iniziando a bere e smettendo di scrivere musica. Aiutato, però, della moglie Linda riesce a trovare coraggio e decide di pubblicare il primo disco da solista. Chiama, così, John (nel marzo del ’70) comunicandogli che sta lasciando la band.
Nello stesso periodo è in uscita “Let It Be” e il resto della band, insieme al manager, non vuole che pubblichi da solista prima dell’ uscita dell’album per non oscurarne le vendite; ma quando Ringo va a casa di Paul per dirglielo Paul lo caccia via da casa, irato, e convince gli altri due a fargli mantenere la data di uscita originaria.
Paul però fa qualcosa che nessuno si aspettava, durante un’intervista annuncia pubblicamente l’ allontanamento dei Beatles dichiarandone la fine e allo stesso tempo annuncia il suo primo disco da solista.
Lennon ne rimane infuriato: lo accusa di aver sfruttato la cosa per vendere più copie del suo disco e di avergli rubato il diritto di mettere fine alla band nonostante fosse stato lui a formarla.
Paul punta a Klein per il management, vuole togliersi da tutto ciò che rappresenta la Apple Records e allontanare Klein dall’etichetta. Chiama quindi George dicendo di voler uscire dalla Apple e fa così partire una battaglia legale contro Klein, aiutato dalle prove dei contratti mai firmati del manager. Più avanti anche gli altri tre citeranno in giudizio Klein che viene messo in carcere per frode.
Let It Be
I Beatles cessano dunque di esistere, ma l’esperienza avuta insieme li aiuta a crearsi delle carriere soliste di successo e, nonostante i periodi bui vissuti insieme sembrano amarsi, rimanendo in contatto anche dopo lo scioglimento.
In ogni progetto musicale vi sono vari motivi di una fine, ma questi, per quanto riguarda i quattro di Liverpool, erano causati solamente da un bisogno di cambiamento generato da una crescita personale e artistica, una crescita che li ha portati ad essere ancora oggi la band più iconica e influente della storia della musica.