La cinepresa si accende su Lady Diana Spencer, la principessa triste persa nel suo stesso regno, alla ricerca di Sandringham House e di se stessa. ‘’Dove sono? Come posso perdermi in un luogo dove un tempo giocavo?’’ si domanda la nostra protagonista. Il regista cileno Pablo Larraín racconta la storia tramite un’apparentemente breve ma decisiva parentesi temporale della vita della Principessa del Galles. È la vigilia di Natale del 1991 quando una sfrecciante Lady D, alla guida di una Porsche nera decappottabile, indossando abiti e occhiali da sole firmati Chanel, si dirige persa nei suoi pensieri verso la residenza reale nella contea di Norfolk per trascorrere le vacanze con i figli e la soffocante famiglia. La principessa, dopo una breve pausa nei campi dove era solita giocare da piccola, arriverà a Sandringham in ritardo, sola, e tale resterà per il quasi intero film.
La pellicola si basa su una sorta di intenso monologo di Diana, in cui i vari membri della royal family appaiono quasi sempre come ombre torbide e sfocate dall’irrilevante importanza scenica. Ciò aumenta la teatralità e il senso di angoscia che accompagnano le spettatore per l’intera durata del film: il castello in cui la famiglia è riunita è un luogo spettrale, freddo (come ripetutamente ricordato dalle continue richieste di coperte da parte di Lady D e i piccoli William e Harry), in cui tutti sentono tutto. Questa atmosfera tetra contribuisce a sostenere l’obiettivo del regista, la rappresentazione del mito della principessa intrappolata nel castello, castello dove Diana rimarrà fino a pochi minuti dalla fine.
Come gli appassionati della saga familiare britannica avranno notato nell’ultima stagione di The Crown, anche Spencer pone forte attenzione sui disturbi alimentari della principessa. Il disagio che l’ha portata a soffrire di bulimia e anoressia è indubbiamente influenzato dall’insistente richiesta del governante di seguire l’annuale tradizione: ogni ospite doveva essere pesato all’arrivo e alla partenza, soltanto chi avesse preso un chilogrammo e mezzo si sarebbe potuto considerare soddisfatto del soggiorno.
Così la pellicola alterna la rigidità dei protocolli di corte (dagli orari alle tradizioni agli abiti prestabiliti) alla malinconia della principessa, ai suoi vani sforzi per adattarsi alle richieste della famiglia con gli spettri che la attraversano di continuo, a partire da quello di Anna Bolena (la regina decapitata dal marito Enrico VIII), sorta di alter ego di Lady D. Altra ingombrante presenza nella vita della protagonista è senza dubbio Camilla Parker-Bowles, la terza incomoda nell’affollato matrimonio del secolo. Ad unire le due donne una collana di perle, regalo di Natale per entrambe da parte del Principe Carlo.
Soltanto alla fine la bella principessa, interpretata da Kristen Stewart, riuscirà a fuggire dal castello insieme ai due figli sfrecciando sulla stessa macchina nera con cui si aprì la scena verso il primo vero momento di felicità dal suo arrivo a Sandringham.
Oggi, a 25 anni dalla sua morte, Diana è ancora ricordata come ‘’la principessa del popolo’’, è l’emblema della classe media, imprigionata in una reggia sfarzosa e libera su una panchina a mangiare fast food con i figli, non futura regina ma Diana, Diana Spencer.