Russia-Ucraina, antefatti e guerra 

Il 24 febbraio 2022 intorno alle 4 del mattino (orario di Kiev), è iniziato ciò che da giorni si immaginava: l’invasione da parte della Russia in territorio ucraino.

Senza alcun preavviso, al contrario, dopo giorni dove la via diplomatica sembrava quella più probabile, tutto ha preso una piega diversa.

Soffermandoci sull’ostica situazione che vede come protagonisti i due paesi, i quali, da parecchi anni sono in conflitto tra loro, è giusto trattare dei fatti ed antefatti che hanno portato alla situazione attuale . Dopo la presa della Crimea nel 2014 da parte di Putin il sentimento di astio, come l’uso di armi tra i due poteri, non si è mai realmente fermato.

Il leader del Cremlino aveva inizialmente come fine l’annessione totale e riconosciuta dei territori separatisti del Donbass alla Russia: in quelle zone infatti la pace non c’è effettivamente mai stata . Quello che pareva fosse fino a pochi giorni fa, quindi, era soltanto l’ennesima “scaramuccia” per cercare in modo diplomatico o meno di avere la regione tanto desiderata.

Il problema che si è sovrapposto subito è stato quello delle basi NATO, nemiche di Mosca che però distano pochissimo dal territorio russo.

Durante tutta la giornata del 24 febbraio i 190 mila soldati dello “zar” sono stati situati ai confini in un primo momento, e successivamente all’interno dell’Ucraina avanzando in modo fulmineo. In una sola giornata hanno accerchiato e poi assediato con guerriglie o tramite flotta aerea città come Odessa, Lviv, Mariupol’ e ciò a cui si puntava di più , ossia la capitale Kiev. L’assedio di quest’ultima è avvenuto nella giornata del 25 e 26 febbraio coinvolgendo anche i civili armati nelle guerriglie. Ciò che Putin pensa arrivati a questo punto è eliminare naturalmente o con la forza il presidente ucraino Zelensky, (il quale spera ancora in una seduta per negoziare), mettendo al potere l’esercito ucraino e forse riaprendo una trattativa. A detta delle ultime notizie, questa negoziazione non è andata a buon fine.

Arrivati a questo punto una delle scuole di pensiero, ragiona sul fatto che questo attacco da molti considerato premeditato è l’ennesimo esempio del sogno universalista di Putin. Altre invece si limitano a dire che questo assalto sia un modo per intimorire il mondo, mettendo bene in chiaro che l’est è solo dello “zar” e che nessuno debba intromettersi.

Altre ancora si focalizzano sul fatto che per “ragioni storiche” l’Ucraina è stata creata dalla potenza russa.

Dal punto di vista dell’energia la Russia è sicuramente molto più che autosufficiente, ma dal punto di vista di altri settori come quello agricolo ad esempio, ha sempre avuto bisogno di importare nonostante il suo vastissimo territorio. Fino allo scioglimento dell’URSS i territori ora appartenenti  all’Ucraina e che si sa, sono ottimi per l’agricoltura e altre attività, erano un tutt’uno con quelli della Russia e paesi circostanti,  quindi facilmente fruibili da essi. Con la nascita degli Stati post-sovietici questo è diventato pressoché impossibile. La popolazione ucraina con il loro leader ancora oggi, viene associata ad un “branco di nazionalisti e irriverenti nei confronti della Russia”.

All’apice della tensione tra gli stati, Putin ha allertato il globo di una possibile guerra a base atomica, fatto probabilmente solo per minacciare gli stati vicini di non contrattaccare. Una guerra nucleare, che porterebbe ad una pseudo autodistruzione, sarebbe però davvero difficile da attuare proprio perchè non basterebbe una sola persona a far scattare tutto il circuito.

Tirando le somme, ognuno a quanto pare ha le proprie ragioni: certo che la parte civile non ne può nulla di questa situazione, sentendosi da una parte terribilmente spaventata e passiva, dall’altra piena di voglia di proteggere il proprio paese. Le immagini di questi giorni sembrano quasi apocalittiche viste con gli occhi dell’Occidente, non ragionando sul fatto che tutto ciò che sta succedendo in queste ore nell’est del nostro continente, avviene da tempo immemore nei luoghi dove i mass media non puntano l’occhio.

 

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