Nell’estate del ’65, c’erano segni che Bob Dylan fosse entrato in una fase nuova della sua carriera. I capelli erano ora selvaggi e l’armonica era sparita. Aveva cambiato abbigliamento con degli occhiali da sole, giacche di moda e stivali. Lentamente cominciava a prendere le distanze dalla sua reputazione di cantante protest e folk.

Appena cinque giorni prima del Newport Folk festival di quell’anno, pubblica il singolo Like a Rolling Stones, che sarà poi presente nell’album 61 Highway Revisited che è quanto più lontano dal Dylan folk che si trova fino al disco precedente.

Questo è solo l’inizio del cambio stilistico nella musica di Dylan che, ispirato dai colleghi oltreoceano che conquistano le classifiche USA, quali Beatles, Herman’s Hermits, Freddie and the Dreamers e soprattutto Rolling Stones, vede un’appartenenza agli ideali di questo stile che sono parte del movimento culturale giovanile dell’epoca, non più attratta dalle tematiche della Folk Music.

Dylan trova nel Rock un nuovo modo di esprimersi e lo fa capire nella maniera più provocante. Una maniera che avrebbe in parte dato una svolta decisiva nell’affermazione di questo genere negli States, che oltre a piccole reminiscenze rappresentate da The Byrds, The Beach Boys, Four Tops e The Supremes, rimane frivolo e sciocco ai puristi, anche se sempre più in voga.  Dopo il concerto a Newport non potranno più ignorare questo fenomeno.


Nel ‘65, c’è una buona campagna pubblicitaria che dà al festival un’organizzazione mai avuta prima, con sponsor di alto livello come il marchio Ford e American Airlines con un totale di 70.000 biglietti che incassano più di 260.000 dollari.

Tra gli artisti vi sono Bob Dylan (già due volte ospite), Donovan e Gordon, Lightfoot, Joan Baez, Son House e Mississippi John Hurt, Maybelle Carter, Bill Monroe e molti altri musicisti già in carriera da tempo mischiati a nuove promesse

Alla prima serata Dylan porta bene i suoi classici panni da folk singer con in braccio una chitarra acustica e un’armonica al collo, ma la sera successiva sale sul palco con una Fender Stratocaster Sunburst, accompagnato con una strumentazione elettrica dalla Paul Butterfield Band, ospiti del festival che Dylan conosce solo in quell’occasione. Quella formazione sul palco ha un’attitudine che stona con il festival, infatti sembrano (e sono) musicisti che suonano Rock.

Viene eseguita una versione di Maggie’s Farm, una folk ballad dello stesso Dylan che ha sonorità che non le appartengono. La chitarra dei Butterfield va in contrapposizione alla voce di Dylan che segue una melodia del tutto contrapposta.

La reazione del pubblico è immediata: arrivano fischi e urla di disapprovazione che nascondono comunque una piccola fetta di pubblico che apprezza l’esibizione.

Le seguenti Like A Rolling Stone e Phantom Engineer creano uno scompiglio che è il punto focale di questa edizione del Festival. (Link all’esibizione https://youtu.be/a6Kv0vF41Bc  )

Bob Dylan nel backstage del Folk festival insieme ad altri musicisti ospiti allo show

Alla fine dei soli 16 minuti di esibizione Dylan dice alla band di scendere dal palco, e nonostante la disapprovazione non solo del pubblico, ma anche degli organizzatori stessi, si dicono soddisfatti della propria esibizione. Peter Yarrow, membro dei Peter, Paul and Mary cerca di calmare gli animi affermando che Dylan sarebbe tornato sul palco.

Così il musicista si trova costretto a tornare da un pubblico che non approva la sua scelta stilistica, e stavolta da solo poiché non aveva programmato di suonare altro con i Butterfield.

Torna quindi sul palco con la sua chitarra acustica e chiede al pubblico un’armonica. Dopo una “classica” versione di Mr. Tambourine Man e It’s All Over Now, Baby Blue, appare il Dylan che tutti conoscevano ma, di fatto, è un addio al mondo del Folk revival da parte del ” Menestrello del Rock”


Su questo episodio in molti hanno da ridire: c’è chi dice aver visto Dylan abbandonare il palco in lacrime, anche se le immagini mostrano un artista soddisfatto dell’esibizione.

Al termine del “saluto” acustico il pubblico continua a lamentarsi, avvalorando così la tesi che la maggior parte delle proteste siano dovute alla brevità dell’esibizione stessa, che nel caso degli altri artisti arriva ad una media di 45 minuti.

Le polemiche soprattutto nel Backstage arrivano da Alan Lomax, ideatore del festival, che, infuriato, continua dire che non è un folk festival e che non si devono usare amplificatori, mentre Pete Seeger, purista folk, minaccia di tagliare i fili dell’elettricità con una scure (fortunatamente si limiterà a rifugiarsi in auto tappandosi le orecchie).

L’esibizione a Newport segna una svolta importante, sia nella carriera di Dylan sia nella storia del folk revival, rappresenta un punto di non ritorno: dopo quell’anno, infatti la Folk Music e il Newport Folk Festival saranno diversi; anche se il festival sopravvive a quella notte, continua ad andare in scena negli anni successivi ospitando Joni Mitchell, Richie Evans, Janis Joplin, Van Morrison e altri.

Per tutta la durata del festival successiva a questo episodio, Dylan rimase sempre da solo, visibilmente affranto dell’accaduto.

Bob Dylan, non parlerà mai più di quella serata, infatti tornerà come ospite al festival solo 37 anni dopo, nell’ edizione del 2002, presentandosi con indosso una parrucca e una barba finta come segno di memoria di quel giorno con un pizzico di ironia tipicamente alla sua maniera.

 

 

 

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