Nelle ultime settimane ha preso il lancio una raccolta firme online per portare in parlamento la tanto attesa legge che legalizzi la cannabis. In poco tempo è già stato raggiunto un numero sorprendente di firme, 500.000 appena due giorni fa , tale che nella primavera del prossimo anno farà sì che il quesito possa andare al voto. Nonostante questo importante traguardo i pareri discordanti restano ancora molti; cerchiamo di fare chiarezza su cosa comporterebbe l’eventuale approvazione del referendum sulla legalizzazione della cannabis .

 

Da principio si tratterebbe di depenalizzare la condotta di coltivazione della cannabis, ma a patto che l’uso della suddetta sia esclusivamente personale. Inoltre il referendum prevede l’eliminazione della pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, fatta eccezione per qualsiasi azione finalizzata allo spaccio. Cosa significa tutto ciò? L’obbiettivo è fare sì che la cannabis sia reperibile a chiunque ne abbia la necessità, in particolare quelle persone che fanno utilizzo di essa per scopi curativi, senza dover rischiare di incorrere in sanzioni penali tra le quali è previsto anche il carcere. Inoltre si mira a ridurre, se non preferibilmente eliminare, lo spaccio, che ne sarebbe decisamente danneggiato, siccome non avrebbe senso rischiare di compiere un’azione illegale quando si può tranquillamente ottenere il prodotto legalmente. E poi apriamo gli occhi: ormai chi vuole fumarsi una canna se la fuma a prescindere da ciò che la legge dice, per cui tanto vale far circolare sostanze controllate e togliere il loro commercio ad associazioni illegali.

Un altro punto previsto dal referendum è l’eliminazione della sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, sempre a patto che la sostanza trasportata sia destinata all’utilizzo esclusivamente personale: ma attenzione! La sanzione amministrativa che sospende la patente di guida, che il referendum mira ad abrogare, è applicata in seguito alla sola detenzione , quindi rimane comunque illegale e punibile mettersi alla guida dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti.

 

 

Sottolineiamo anche che questo referendum non legalizza tutte le droghe , per le quali la consumazione o produzione continua ad essere illegale, ma solo le infiorescenze di cannabis.

 

 

Molte persone sostengono che la legalizzazione lancerebbe un messaggio sbagliato ai giovani, permettendogli di fare uso delle così dette ” droghe leggere ” in maniera legale. D’altro canto è importante ricordare che le sostanze nocive in commercio sono molte, a partire dall’alcol e dalle sigaretta, ma sta ad ogni persona avere il buon senso di fare le proprie scelte con intelligenza e moderazione. Sicuramente la scuola e la famiglia continuerebbero a svolgere un ruolo primario nella sensibilizzazione di questo tema , anche se ci tengo a ricordare nuovamente che non è l’illegalità della cannabis che impedisce alla persone di fare uso di essa.

 

Secondo l’Istat sono circa 6 milioni gli italiani che fanno uso di cannabis e, come afferma su Vice il professore di economia politica Marco Rossi, nel caso in cui si optasse per la strada del monopolio statale (come le sigarette), il beneficio fiscale della legalizzazione si aggirerebbe tra i 4 e i 5 miliardi di euro all’anno, per non parlare del fatto che verrebbero creati molti nuovi posti di lavoro.

 

 

Fino ad ora il tema è sempre stato un “tabù” perché  per molti italiani è difficile accettare una legge così innovativa. Tuttavia questa causa vede tra i suoi promotori enti importanti e molto conosciuti , come l’Associazione Luca Coscioni e le 6000 sardine, per citarne alcuni, che contribuiscono alla sensibilizzazione sul tema. La strada verso la legalizzazione non è ancora finita, ma anche solo la velocità con cui sono state raccolte fino ad ora le firme rappresenta una grande svolta, a prescindere dall’esito che toccherà a questo referendum.

 

 

 

fonti: https://referendumcannabis.it/promotori/ https://www.vice.com/it

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