IL LEGAME INDISSOLUBILE TRA L’UOMO E IL MARE

 

Il legame che unisce l’uomo all’acqua va oltre le ‘’semplici ‘’ funzioni vitali, va a toccare tematiche spirituali e filosofiche. Per l’uomo l’acqua è sempre stata fondamentale, è stata la sua Archè sin dalla preistoria, quando  veniva utilizzata per sopravvivere, per cacciare e per navigare.

Il mare è un mondo dentro il nostro pianeta dove non ci è concesso parlare, probabilmente per non rovinare la quiete e la sua spaventosa naturalezza. Un uomo che trova la propria natura, la propria dimensione all’interno del mare, trova la pace con sé stesso e con la natura immedesimandosi in essa. Il mare come la nostra vita non ha una direzione certa, non ha una rotta sicura e mai la avrà ed è l’imprevedibilità che lo rende così affascinante ai nostri occhi, non sappiamo mai che cosa potrà accadere.

Quando si è in acqua e si fa un’immersione, il nostro corpo non deve reggere più la forza di gravità che ci tiene a terra ma  si è liberi, senza vincoli, siamo solo noi e l’acqua. Fare le immersioni nel mare credo che sia la  rappresentazione più valida dell’immergersi in un nuovo mondo di cui noi conosciamo pochissimo, quasi nulla, ed è proprio questo che lo rende affascinante ai nostri occhi. L’uomo è sempre stato attratto dalle profondità marine per il desiderio inconscio di ritornare nell’elemento che ha dato origine alla vita. “Immergersi nel profondo blu è come tornare nel grembo materno”: questo aforisma mi ha colpito molto perché credo che spieghi nel miglior modo possibile quanto il mare e l’acqua siano strettamente collegati all’uomo e quanto l’acqua possa essere considerata la nostra prima culla.  Ciò che amiamo del mare sono le sue illimitate sfaccettature a cui noi  possiamo legarci o meno.

“Il cuore di un uomo è molto simile al mare, ha le sue tempeste, le sue maree e nelle sue profondità ha anche le sue perle”.

(Vincent van Gogh)

 

 

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