“Sono figlio della miseria, ma anche di tanta speranza. Sono nato in una famiglia di reduci, educato dalle storie delle donne della mia infanzia, dalle nonne e dalle zie che la sera imbandivano la tavola aspettando i mariti operai di ritorno dal lavoro. Ho vissuto in una casa che portava addosso i segni dei mitragliamenti di guerra, ma ho letto i miei primi libri nella camera per cui, al tempo, mio padre firmò decine di cambiali, animato da un sogno, quello di vedervi crescere un figlio con un futuro diverso dal suo, un futuro di libertà dallo sfruttamento, dall’ignoranza e dalla malattia.”
Con queste parole lo scrittore e giornalista Maurizio Maggiani ha aperto la sua conferenza di fronte agli studenti del Liceo Chiabrera Martini, in un dialogo che, tra riflessioni, salti nel passato, auguri per il futuro e un’ironia coinvolgente, ha intrattenuto la propria platea con l’abilità che solo un cantastorie come lui può possedere. Ripercorrendo i frammenti più importanti che compongono la memoria collettiva della sua famiglia e che animano le pagine dei suoi romanzi più celebri, racconta di una vita vissuta appieno, una vita di esperienze, di mille interessi e svariati mestieri, fino all’incontro del tutto inaspettato con la scrittura.
“Non ho mai sentito alcuna vocazione per la scrittura: alle superiori i professori correggevano i miei temi definendoli affollati di idee, troppe e confuse. Il primo testo di cui posso essere soddisfatto l’ho scritto per il concorso all’insegnamento e solo perché avevo estremo bisogno di lavorare. La pubblicazione del mio primo romanzo, “Prontuario per la donna senza cuore”, avvenne in modo casuale e raccoglieva le lettere scritte a una ragazza che, a quei tempi, cercavo di conquistare. Anni dopo, un incidente motociclistico mi ha immobilizzato a casa per diverso tempo e da lì ho iniziato a raccontare l’esistenza delle tante persone che ho conosciuto, per lo più persone semplici, sconfitte, persone che nei romanzi non hanno mai voce ma la cui vita è in realtà grande.”
Ai giovani che, incuriositi, gli chiedono consigli per chi aspira alla sua professione, risponde con meravigliosa sincerità “Non saprei proprio cosa dire, posso solo darvi un consiglio che considero essenziale: leggete più che potete perché solo i libri possono trasformarvi in chiunque e trasportarvi ovunque vogliate. Provengo da una famiglia che ha lottato duramente per uscire dall’analfabetismo; a dodici anni mi è stata regalata la prima tessera della biblioteca e, incitato soprattutto da mio padre e da mio nonno, ho iniziato a leggere spesso. Mi spronavano a riflettere sulle parole che più mi colpivano e questa abitudine non l’ho mai persa. La lettura vi dice tutto ciò di cui avete bisogno e, se sognate di scrivere, non fatelo per voi, scrivete per il lettore, animati dalla volontà di testimoniare con i vostri pensieri.
Attraverso questo invito Maurizio Maggiani congeda il pubblico che, così trascinato e affascinato dalle sue parole, si lascia andare a un lungo e genuino applauso, che dentro di sé cela la consapevolezza di un lascito prezioso

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