Il 5 aprile 1994 Kurt Donald Cobain si tolse la vita, lasciando in subbuglio tutto il mondo musicale.

Per arrivare al motivo della sua prematura morte bisogna prima ripercorrere un minimo le possibili cause del gesto (e la sua vita). Nei primi anni della sua esistenza Kurt fu felice: questo accadde fino agli otto anni, quando il suo carattere cambiò e venne plasmato dal divorzio dei genitori, avvenimento che rese il ragazzo di Aberdeen chiuso e solitario.

La sua adolescenza si basò esclusivamente sulla musica e sulla droga. All’età di quattordici anni iniziò a suonare la chitarra e capì subito che quello era il suo mondo, ma purtroppo di pari passo con la musica Kurt iniziò a fumare marijuana. Questa sostanza psicoattiva gli piacque così tanto da scrivere che avrebbe continuato a farne uso per il resto della sua vita. Questa fu per lui l’età della crisi per eccellenza, spesso alla ricerca di eccessi di ogni sorta. Non è un caso che una delle più note canzoni di Kurt si intitoli “Smells like a teen spirit”.

La cultura grunge, di cui Kurt è tra gli esponenti di spicco, si sviluppa a partire dagli anni ’80, nella città di Seattle, per colonizzare tutto il mondo. Nel genere è centrale l’obiettivo di denuncia. Viene descritto l’urlo giovanile di quegli anni in tutta la sua ambivalenza e forza; i ragazzi cercano un senso, lo agognano e lo sfidano, fino addirittura alla morte. Ancora oggi il grunge sopravvive, intramontabile, con i suoi manifesti rock, tra cui spiccano gli album dei Nirvana, storico gruppo di Kurt Cobain.

Nel 1987 Cobain formò appunto proprio “I Nirvana”, i quali ebbero un successo notevole, sfornando delle canzoni che saranno per sempre nella Hall of Fame. Mentre la sua carriera stava raggiungendo l’apice, la sua anima era sempre più tormentata e depressa.  Cobain, negli ultimi anni della sua vita, non era convinto del valore della sua musica e non si riteneva all’altezza del successo mediatico della band; questo lo portò ad aumentare il consumo di droga; l’eroina divenne l’unico modo per staccarsi dalla realtà e dalla pressione dei media.

Tentò di togliersi la vita due volte: il primo suicidio venne evitato dalla moglie, Courtney Love, che lo trovò in overdose per terra dopo aver assimilato circa cinquanta pastiglie di Rohyphol. Il secondo tentativo purtroppo ebbe successo: l’8 Aprile 1994 il corpo di Kurt Cobain venne trovato senza vita in un garage con a fianco una lettera di addio.

All’inizio non si poté accertare se si fosse effettivamente tolto la vita, ma in seguito, tramite l’autopsia, si definì che si era ucciso sparandosi un colpo di fucile in testa, abbandonando così questo mondo per sempre. Kurt Cobain si spense all’età di 27 anni, aggiungendosi al triste club degli artisti morti prematuramente. Può piacere o meno, può essere considerato un leader o un drogato, ma di sicuro non può essere dimenticato. Un’anima dannata. Un genio.

”C’è gente che fa del male ad altra gente senza motivo e io vorrei massacrarla. Ma l’unica cosa che riesco a fare è urlare in un microfono”.

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